SEXTING E CYBERBULLISMO IN AUMENTO TRA I GIOVANI CON LA PANDEMIA
La recente pandemia ha costretto milioni di adolescenti in casa, con brevi sprazzi di libertà e socializzazione, e le ripercussioni si possono ora osservare confrontando le abitudini dei giovani di oggi con quelle dei loro coetanei in epoca pre-COVID. L’analisi è stata condotta da uno studio della Fondazione Foresta Onlus di Padova, diretta dal professor Carlo Foresta, su oltre 5.000 giovani che frequentano le scuole superiori in Veneto, Campania e Puglia, nell’ambito del progetto DiGitPro.
Dopo aver raccolto i dati con questionari appositamente elaborati in forma anonima, i ricercatori li hanno aggregati ed elaborati e hanno scoperto una maggiore incertezza sull’orientamento sessuale nei giovani.
Le nuove abitudini di vita familiare hanno portato i giovani a riscoprire la propria sessualità su internet: più del doppio si affidano ormai ai siti di incontri, mentre la pornografia sta emergendo con forza come nuova abitudine nelle ragazze. L’arrivo della sessualità sul web tra i giovani ha portato entrambi i sessi a praticare molto di più il sexting e il cybersesso, che sono raddoppiati nell’ultimo anno. D’altra parte, l’uso massiccio di internet anche per la scoperta della propria sessualità ha comportato una maggiore frequenza di cyberbullismo, che colpisce oltre il 40% delle ragazze e il 25% dei ragazzi intervistati.
La combinazione di tutti questi cambiamenti ha reso i giovani molto più fragili. In particolare, i maschi sono il sesso più debole durante la pandemia, con uno su quattro che dichiara di soffrire di solitudine (nel 2018-2019 era solo uno su otto) mentre il 19% si dichiara insoddisfatto della propria vita, rispetto a solo il 10% negli anni precedenti la pandemia. D’altra parte, i risultati dello studio hanno mostrato un drastico calo del consumo di alcol e droghe (-40% e -25% rispetto a due anni fa).
Emerge uno stile di vita apparentemente più sano, anche in termini alimentari, con la maggior parte dei giovani che dichiara di seguire una dieta mediterranea, a seguito di un sostanziale cambiamento degli stili di vita. Non va però dimenticato l’impatto della didattica a distanza e del lockdown sull’attività fisica degli adolescenti, che sono necessariamente molto più sedentari, tanto che meno del 30% svolge regolarmente attività fisica extrascolastica, rispetto al 50% degli anni passati.
“La pandemia ha cancellato una parte importante della socialità dei bambini”, commenta il professor Carlo Foresta. “Diventa più difficile conoscere i coetanei, innamorarsi e vivere la sessualità, che si è quindi riversata nell’unico strumento sociale a loro disposizione: internet. Qui, però, aumentano i rischi derivanti dalla condivisione della propria intimità sul web, come dimostra l’altissima percentuale di atti di cyberbullismo. Tuttavia, questi strumenti telematici rappresentano solo una parvenza di socialità, che non può compensare le reali dinamiche di relazioni sociali che si sviluppano nell’ambiente scolastico in presenza. La maggiore solitudine che ne deriva ha forse aperto ampi spazi di autoriflessione nei giovani, portando in superficie una maggiore incertezza nel loro orientamento sessuale. D’altra parte, se è vero che sono diminuiti i comportamenti a rischio come il fumo e l’alcol, non va ignorato l’impatto del lockdown sull’attività fisica e quindi sulla salute, soprattutto nel lungo periodo”.
(Fonte: Forest Foundation)